Quando parliamo di aria viziata sappiamo cosa stiamo trattando poiché tutti abbiamo sperimentato questa sensazione negli ambienti chiusi, magari troppo affollati; essendo però una situazione di difficile constatazione oggettiva, non sapremmo come regolarci se non con le nostre facoltà percettivo-olfattive, facoltà che tuttavia, in alcune condizioni (come ad esempio nel caso di assuefazione da lunga permanenza in un ambiente chiuso), vengono meno.
A tal fine è utile affidarsi a strumenti in grado di misurare concentrazioni semplici ma indicative del livello di 'attività umana' presente in ogni ambiente; uno di questi parametri è la CO2 (biossido di carbonio o anidride carbonica) dell'aria.
La CO2 è infatti prodotta dall'attività umana come prodotto della respirazione cellulare; in condizioni di elevata concentrazione della stessa nell'ambiente si possono verificare situazioni di grave disagio fisico e mentale (stanchezza, mal di testa, affaticamento nella respirazione, gola asciutta, irritazione delle mucose).
Misuratore ambientale di CO2 nell'aria. |
Per i suddetti motivi risulta essenziale misurare la concentrazione di anidride carbonica presente nell'ambiente e, al momento opportuno, ricorrere ai ripari, ricambiando l'aria nelle stanze. Ovviamente la frequenza con cui tali ricambi dovranno essere effettuati dipende da una serie di fattori, quali il numero delle persone nell'ambiente, l'attività svolta dalle stesse, eventuali processi di combustione, il tempo di permanenza delle persone.
Se la presenza di CO2 in un ambiente è indice di 'attività umana', questo indicatore può essere utilizzato anche per valutare la igienicità dell'aria dell'ambiente e pertanto può fornirci informazioni sulla possibilità o meno di essere in ambienti contaminati da virus o batteri immessi nell'aria da parte delle persone.
La letteratura scientifica ritiene che al di sotto dei 1000 ppm di CO2 l'ambiente sia igienicamente sicuro; tra i 1000 ed i 2000 ppm la situazione sia allarmante, oltre i 2000 ppm l'ambiente debba essere considerato non accettabile.
Prospetto semaforo per la concentrazione di CO2 nell'aria. |
Nei nuovi edifici un ricambio dell'aria adeguato può essere assicurato dalla ventilazione meccanica controllata (VMC), opportunamente dimensionata e tarata in base alle esigenze e peculiarità degli ambienti (non sempre è così).
A proposito, si parla sempre più spesso della cosiddetta "sindrome dell'edificio malato", terminologia coniata dall'inglese 'Sick Building Syndrome SBS', con cui ci si riferisce a tutti quei sintomi dovuti a scarsa aerazione degli ambienti e ad errata circolazione dell'aria di ricambio, quest'ultima anch'essa responsabile di molti malesseri, ad esempio quando la sua velocità è superiore ad una certa soglia (generalmente 0.2 m/s).
Tutto ciò richiama l'attenzione ad un'attenta progettazione dei sistemi di ricambio dell'aria; l'attenzione non deve essere solo concentrata sulla loro efficienza termica ma anche sulla loro efficacia e compatibilità con le caratteristiche del corpo umano.
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