Bonus lavori 110%; la partita si gioca tutta (o quasi) sul solito fattore (economico): riuscire o meno a ottenere credito.
Diamo per scontato che, effettuata un’opportuna diagnosi energetica dell’immobile o edificio ci siano i requisiti per accedere al bonus in oggetto.
A questo punto si dovrebbe perfezionare il progetto di
riqualificazione energetica individuando i materiali e le soluzioni tecniche
più opportune, per poi quantificare il costo complessivo dei lavori.
Supponiamo allora che il costo
complessivo dei lavori sia pari a 50.000 euro; tale costo comprenderà
manodopera e fornitura di materiali. I lavori saranno eseguiti da tre ditte
distinte, ciascuna dotata della propria specializzazione, requisito fondamentale
per l’accesso al bonus.
A questo punto possiamo optare
per tre soluzioni:
- detrazione Irpef dell’intero
ammontare del costo dei lavori in cinque anni; cioè 5.000 euro annui da portare
in detrazione Irpef nei successivi cinque anni;
- cessione del credito alle ditte
esecutrici: se queste accettassero, il costo dei lavori sarebbe anticipato
dalle imprese, le quali dovrebbero recuperarlo in cinque anni tramite
detrazione fiscale; oltre alla detrazione dell’intero ammontare dei lavori,
avrebbero diritto ad un ulteriore 10% di detrazione.
Supponiamo che:
- l’impresa A debba eseguire lavori per un ammontare pari a 15.000 euro;
- l’impresa B debba eseguire lavori per un ammontare pari a 20.000 euro;
- l’impresa C debba eseguire lavori per un ammontare pari a 15.000 euro;
le imprese A e C porterebbero in
detrazione quindi 3.000 euro + 300 euro (10%) annui, per i successivi cinque
anni;
l’impresa B porterebbe in
detrazione 4.000 + 400 (bonus) euro annui, per i successivi cinque anni.
- cessione del credito ad un istituto
bancario, che finanzia l’esecuzione del progetto e matura il bonus (detrazione fiscale) del 110%.
Quest’ultima rappresenta la soluzione più comoda, semplice e auspicabile, in quanto solo gli istituti bancari possono portare in detrazione crediti (e anticipare costi di una certa rilevanza) che per il privato potrebbero essere sproporzionati rispetto al proprio regime di tassazione e che, per un’impresa edile, potrebbero esserlo altrettanto se cumulasse (come avverrebbe) molti lavori.
Anche in assenza di linee guida specifiche, i conti sono dunque presto fatti: il bonus 110 parte solo con l’appoggio degli istituiti di credito; su questo si giocherà tutta (o quasi tutta, stante la possibilità o meno di usufruire tecnicamente dell'agevolazione) la partita.
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