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Il reddito energetico e le comunità energetiche: nuove opportunità di risparmio e scenari futuri sul fotovoltaico domestico.

L’Italia è il paese del sole, e allora perché non sfruttare appieno la sua energia?


Il fotovoltaico consente di produrre energia rinnovabile dal sole ma la sua diffusione a livello privato è ancora ostacolata dai prezzi che, tuttavia, negli ultimi anni, sono notevolmente calati. Di fatto manca una cultura del risparmio e si stenta a capire che un investimento nel fotovoltaico è sempre vantaggioso (per capire perché consulta anche:

I vantaggi di questa tecnologia sono molteplici e vanno da quelli più concreti (quale appunto un risparmio economico in bolletta) a quelli indiretti (ma non per questo meno importanti) come l’indipendenza energetica e la riduzione dell’inquinamento ambientale (a proposito, vivere in un ambiente più pulito di questi tempi forse potrebbe fare anche una differenza sostanziale nella vita delle persone - consulta anche:

https://ingiuseppesantoro.blogspot.com/2018/11/perche-proteggersi-dallinquinamento.html).

Il reddito energetico si propone di arginare il problema di accesso al fotovoltaico per i meno abbienti; si tratta in sostanza di incentivi erogati da enti pubblici (o privati) con il fine di finanziare l’installazione di impianti fotovoltaici sulle abitazioni. L’iniziativa risulta virtuosa, in quanto il progetto si ripaga tramite l’energia prodotta e non consumata, la quale viene immessa in rete e pagata dal gestore dei servizi elettrici (a prezzi definiti e contrattati). Parte del guadagno consente una rigenerazione dei fondi economici, che potranno essere messi a disposizione di ulteriori utenti e allargare così la rete e i proventi.

L’iniziativa sembra essere molto vantaggiosa e redditiva, tant’è che oggi si parla anche di comunità energetiche, ovvero di presidi territoriali in cui è promossa e attuata una modalità di produzione di energia rinnovabile da fotovoltaico, la quale consente non solo di raggiungere l’indipendenza energetica e l’abbattimento dei costi in bolletta ma anche la possibilità di ricavare un reddito sociale dai proventi dell’energia venduta a terzi. Dal punto di vista tecnico le comunità energetiche possono funzionare come “serbatoi” di energia dislocati sull’intero territorio, in grado di offrire energia elettrica a chi ne avesse bisogno in qualunque momento; la rete elettrica ne assicura il trasporto e il raggiungimento di zone anche molto distanti dal punto di produzione (si pensa addirittura di poter vendere energia ad altri Stati e Continenti).

Il mercato dell’energia elettrica subirà quindi a breve cambiamenti radicali; noi che disponiamo di tanto sole e che sin ora abbiamo mancato all'appuntamento di questo epocale cambiamento (poiché siamo in netto ritardo sull'impiego di questi sistemi, nonostante le fonti non manchino) potremmo recuperare il tempo (e il denaro) perso; comunità, enti e associazioni, con un po’ di intraprendenza e lungimiranza, potrebbero già cominciare a farlo.  

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