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La classificazione sismica del territorio italiano secondo le NTC è attendibile?

Tratto questo argomento spinto da una serie di osservazioni già discusse e da una puntata dedicata all'argomento in onda sulle reti pubbliche (puntata del 6.3.2020 "Presadiretta"-Rai3 https://twitter.com/Presa_Diretta/status/1234380419019268098?s=20).
Archivio storico macro-simico italiano, nell'immagine è rappresentata l'area centrale della Puglia.

Le norme tecniche per le costruzioni (NTC) prevedono che ciascun edificio sia progettato e verificato alle azioni simiche che possono interessare il territorio in cui è ubicato; tali azioni sono desumibili da una classificazione sismica dell'intero territorio italiano, risalente ai tempi della OPCM 2003 e poi progressivamente aggiornata secondo più o meno gli ultimi dati disponibili sui terremoti avvenuti in tutta Italia.

Classificazione sismica del territorio italiano.

La classificazione sismica si basa sui dati storici disponibili per ciascun territorio, elaborati attraverso modelli matematico-statistici. 
Come può evincersi dalla relativa immagine, vi sono molte aree della penisola che risultano a bassissima sismicità; ad esempio, il comune di Grottaglie ed il suo hinterland, rientra in quest'area e ciò vuol dire che in questa zona non devono adottarsi particolari prescrizioni tecniche nella progettazione o verifica strutturale degli edifici.  

In realtà, basta consultare l'archivio storico macrosismico italiano per rendersi conto che, in un lontano passato, anche queste zone sono state colpite da eventi tellurici considerevoli. Ad esempio, si scopre che nel 1826 sono stati registrati due eventi sismici nei vicini comuni di Manduria e Crispiano, di magnitudo pari a 6-7 (su una scala che varia da 1 a 11, con 11 il livello più alto).

Sono sufficienti queste constatazioni per comprendere che le attuali norme sismiche e le relative prescrizioni non garantiscono (in assoluto) la sicurezza strutturale che qualcuno si aspetterebbe. Certamente esse consentono di realizzare edifici basati su buoni criteri antisismici che, nella stragrande maggioranza dei casi, saranno più che sufficienti a garantire la sicurezza strutturale durante l'intera vita della costruzione; tuttavia, non possiamo fare a meno di precisare che esiste una remota probabilità che (con tutti gli scongiuri del caso) questi criteri non siano sufficienti. 

Gap cronologico dovuto alla mancanza di dati relativi a periodi più remoti in cui si possono essere verificati eventi più gravi, che concorrerebbero in maniera sensibile a sollevare la media delle sollecitazioni sismiche registrate sul territorio e che potrebbero indurre a classificare diversamente l'area in questione.

Un altro aspetto da non sottovalutare è quello relativo alla vita utile degli edifici; per quanto riguarda, ad esempio, le nuove costruzioni in calcestruzzo armato, si ipotizza generalmente nel progetto una vita utile pari a 50 anni; ciò significa che si assicura una certa sicurezza e prestazione strutturale limitatamente a quel determinato lasso di tempo!.. e ciò perché si presume che, dopo quel periodo, sarà necessario intraprendere opere di manutenzione, ricostruzione o ripristino, che in qualche modo comportino una revisione del progetto originario. 
Facciamo un esempio: la probabilità che in 50 anni si possa verificare un terremoto di magnitudine superiore a 5 è diversa (e generalmente inferiore) a quella che otterrei se considerassi un orizzonte temporale superiore, pari, ad esempio, a 150 anni (nel qual lasso di tempo possono verificarsi più eventi).

In realtà, la vita degli edifici è molto spesso superiore ai 50 anni; anche se questo periodo di tempo non è altro quindi che un artificio o una convenzione che consente di stabilire un orizzonte temporale (su cui ponderare cioè l'entità delle azioni sismiche da applicare alla struttura in fase di progetto), di fatto si esclude la possibilità che il manufatto possa essere interessato, nel corso della sua vita reale ed effettiva, anche da altri eventi (quelli cioè non compresi in un periodo di ritorno dell'ordine di mezzo secolo).
  
In definitiva si può affermare che con le NTC si stabiliscono delle regole fondamentali cui attenersi per la progettazione strutturale ma, nel momento stesso in cui si determinano queste regole si delineano anche dei limiti, al di fuori dei quali resta tutto quello che in esse non è contemplato, ovvero una parte di altri eventi che potrebbero pur sempre verificarsi, o meglio riproporsi nel tempo, di fatto (e matematicamente) però poco probabili, ma non per questo impossibili.    

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